venerdì 28 dicembre 2012

La festa non si vende

Continua la campagna della Filcams CGIL contro le aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali e della GDO in particolare.

Tutto il materiale è disponibile sul sito così come il video e la campagna stampa.
Come sappiamo bene noi che ci lavoriamo, le liberalizzazioni non hanno aumentato i consumi, non hanno creato occupazione e non hanno fatto aumentare i fatturati di nessuna azienda, meno che mai i nostri stipendi...


Anzi sono aumentati i costi di gestione e i costi umani a carico di noi lavoratori e lavoratrici. Davvero non c'è altro da fare durante i festivi?! Siamo solo un popolo di consumatori senza altri valori e interessi? Non ci voglio credere...

domenica 23 dicembre 2012

Coordinamento delegati Filcams CGIL delle Gru

Martedì scorso a Torino c'è stato l'incontro del coordinamento dei delegati della Filcams CGIL del centro commerciale Le Gru di Grugliasco, l'area commerciale in cui è inserito anche il nostro negozio Decathlon. Il coordinamento è nato nel 2009 e raccoglie tutti i delegati della Filcams presenti nei negozi della GDO, soprattutto, del centro commerciale (Obi, Carrefour, Mediaworld, Fnac, Feltrinelli, Cisalfa, Prenatal, Combipel, Zara, Brek, De Filippis), ma anche delle imprese che fanno servizi e pulizie.
Gli argomenti che sono stati esaminati sono:
  • punto sulla situazione aperture domenicali e festive (organizzazione, retribuzione, etc) e sugli orari nei singoli punti vendita del centro commerciale nel primo anno di liberalizzazioni
  • aggiornamento sulla vertenza Carrefour
  • necessità di conoscere meglio le aziende e la rappresentanza nel centro commerciale per aggiornare i nostri dati: quali sono le interazioni tra aziende? Quanti ad oggi i dipendenti?
  • necessità di dare maggiore visibilità al coordinamento come interlocutore per i lavoratori e le lavoratrici delle Gru: previsione di organizzare presidi o manifestazioni come coordinamento
  • priorità massima all'attenzione del coordinamento delle tematiche trasversali e comuni a tutti i lavoratori e le lavoratrici all'interno del centro commerciale. Oltre al ruolo finora assunto di rete e sostegno, di scambio di informazioni e solidarietà, è necessario sviluppare un'ottica di sito per la risoluzione di problematiche comuni, per esempio: salute e sicurezza all'interno del centro commerciale; mobilità e trasporti da e per il centro commerciale rivolti anche ai dipendenti, soprattutto domenica e festivi e nelle ore serali o notturne; problemi logistici di vario tipo (parcheggio riservato ai dipendenti, convenzioni varie?)
  • sviluppare le potenzialità del coordinamento come interlocutore della direzione del centro commerciale e delle istituzioni locali per supportare le "vertenze" di sito.
A proposito di lavoro domenicale poi è stata letta l'ordinanza del sindaco di Alessandria che limita le aperture festive (solo per motivi di salute e sicurezza si può derogare dalle liberalizzazioni del decreto Salva Italia: in questa ordinanza si cita a supporto anche una sentenza della Corte di Cassazione, la 16626 del 2003, sezione Lavoro, sul danno psicofisico dovuto al mancato riposo settimanale e si dispone la chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali in alcuni giorni festivi): esempi simili dovrebbero essere portati all'attenzione delle amministrazioni locali per migliorare le condizioni di vita e lavoro di tutti noi. Qualcosa si può fare, facciamolo sapere ai nostri sindaci! Come coordinamento ci proveremo!

domenica 16 dicembre 2012

Progetto MUMMIA a Parigi: un po' di internazionalismo

Mercoledì 12 dicembre ho partecipato a Parigi a uno dei workshop del progetto MUMMIA: un acronimo che sta per Multisectoral Multinationals Managing Information & Consultation Agreements. Enhancing trade union capacity building for adapting to dynamic and cross border transnational companies.
Il progetto è stato presentato dalla Filcams nazionale e finanziato dalla commissione europea. Ha per oggetto l'analisi dei Comitati Aziendali Europei (CAE) nelle aziende multinazionali e multisettoriali europee, della quantità di CAE istituiti dalla prima direttiva europea che li introduceva fino ad oggi e dei motivi della mancata istallazione di un comitato europeo di fronte a un "pubblico" molto vasto di aziende che potrebbero essere coinvolte.
Lo scopo è individuare i motivi per cui i CAE sono ancora così poco diffusi (1200 in tutto nell'area dei 27 paesi UE, di cui 900 attivi con incontri e verbali regolari), riuscire a dare la giusta importanza ai CAE come strumento sovranazionale a disposizione del sindacato, ma anche rivitalizzare il movimento sindacale nei confronti dei CAE in direzione di una rete di sindacati europei.

Le cause che possono ostacolare l'istallazione dei CAE sono, da una parte, motivi oggettivi quali la crisi economica (che ha rallentato le iniziative di costituzione da parte aziendale, ma anche sindacale per ovvie emergenze), l'organizzazione complessa dei gruppi aziendali e soprattutto la multisettorialità (cioè la complessità dei contratti e delle lavorazioni svolte dallo stesso gruppo in ambiti diversi come produzione, commercio, distribuzione, etc), quest'ultima individuata come uno dei motivi principali per cui le interazioni e le sinergie sindacali diventano più difficili; dall'altra cause relative ai soggetti in causa, come le aziende e i loro atteggiamenti nei confronti della partecipazione dei lavoratori, ma anche una certa staticità dei sindacati (mummia non a caso!).
A fianco sono state poi illustrate le prossime strategie e le iniziative prioritarie di ETUC (la confederazione europea dei sindacati) per il prossimo anno: formazione, l'implementazione dei CAE, creazione di strumenti ad hoc per le aziende multinazionali e multisettoriali, quali intese e coordinamenti europei tra sindacati e categorie diverse. La parola chiave è "alleanza sindacale": i CAE sono mezzi che catalizzano le alleanze tra sindacati e possono fornire informazioni sui cambiamenti, in modo da anticipare strategie mirate ad affrontarlo.

Sono anche intervenuta io su Decathlon Italia, una delle aziende indagate come multinazionali e multisettoriali (in quanto la nostra azienda progetta, produce, distribuisce e vende prodotti in tutti i paesi europei), come esempio di azienda che non dispone di un CAE per motivi di atteggiamento aziendale non incline alla partecipazione dei lavoratori.
Per contro l'esempio di Danone (100.000 dipendenti, 120 stabilimenti in 90 paesi del mondo) presentato subito dopo è l'opposto esatto: il dialogo sociale come valore aggiunto della politica aziendale! La discussione tra i partecipanti, tra cui delegati francesi di Autogrill, Danone e altre aziende multinazionali, è stata partecipata e interessante e ha fornito suggerimenti e spunti di lavoro a tutti.
Ma soprattutto, ho ottenuto i primi contatti di delegati spagnoli e francesi di Decathlon con lo scopo di realizzare un grande progetto: il CAE per Decathlon!

Per sapere tutto di CAE (o CEE in francese e EWC in inglese)date un occhio al sito di ETUI, l'organizzazione sindacale europea che si occupa di formazione e ricerca. "Viva l'internazionale": proprio il caso di dirlo...