lunedì 30 novembre 2020

Adieu Decathlon!

Il 1 settembre 2020 è successo…

Dopo 15 anni di lavoro con i primi contratti a tempo determinato e in somministrazione nel 2005/2006, dopo il contratto di inserimento e poi a tempo indeterminato, dopo 5 anni di aspettativa in distacco sindacale dal 2013 al 2018, insomma: dopo 15 anni di lavoro come dipendente Decathlon,  venditrice part time nel negozio di Grugliasco, alla montagna prima, agli sport collettivi poi, è successo che ad agosto ho dato le dimissioni e non lavoro più da Decathlon.

In questo anno 2020 così strano e terribile, di pandemia globale e conseguenze economiche, l'anno che ha visto la cassa integrazione anche per noi di Decathlon, a causa del lockdown e della crisi dei consumi di questo autunno, ebbene in questo 2020 a me è capitato di vincere un concorso pubblico e di diventare un'impiegata. In poco tempo mi è cambiato di nuovo tutto: orari, condizioni, mansioni, stipendio… Niente a che vedere con l'esperienza di Decathlon, ma sono certa che niente andrà perduto e mi porterò sempre dietro il bagaglio di questi anni.

Bagaglio professionale, fatto di lavoro dinamico e di squadra, di velocità, flessibilità, ma anche di risate e aiuto reciproco.

Bagaglio sindacale immenso che ricorderò per sempre e che mi ha formato come persona.

Bagaglio umano che conserverò come il bene più prezioso.


E non andrà sprecato niente nemmeno a Grugliasco o qui sul web, perché a questo blog che non verrà più aggiornato si è già aggiunto da mesi il lavoro degli Indipendenti Decathlon Italia,  il gruppo di delegate e delegati a livello nazionale. Li troverete al seguente link:



Seguiteli, contattateli, collaborate con loro, ma soprattutto iscrivetevi alla Cgil: fate attività sindacale, occupatevi degli interessi collettivi prima che dei vostri, perché è solo dall'unire le forze e dal mettere da parte un attimo i propri affari e piccoli privilegi che torneranno indietro ampliati i benefici e i diritti per tutti.

Vi saluto e ringrazio con un augurio: spero che anche voi possiate guardare i vostri colleghi e chiamarli amici, ma soprattutto sentirli compagni.

martedì 24 novembre 2020

Prima di...

Tra le bozze di post del blog, dimenticato per oltre un anno, oggi ho trovato alcune mie considerazioni sintetiche sull'incontro tra Conte e Landini alle "Giornate del Lavoro" 2019.

Ho deciso di pubblicarlo comunque, perché ha il sapore del "prima di"...

Avete presente cosa intendo?

Lo scorso autunno, dopo la crisi di governo che portò alla nuova maggioranza M5S- PD e pose fine alla disastrosa alleanza M5S- Lega, gli argomenti di discussione nel mondo politico e sindacale erano proprio diversi da oggi.
Oggi abbiamo conosciuto la pandemia, la crisi economica che i fenomeni globali causano, l'impotenza davanti alla diffusione di malattie che non ricordavamo assolutamente e alcuni dei pensieri che facevamo sono irrimediabilmente cambiati, però, a pensarci bene...

Cosa ne è stato degli argomenti di allora? Sono risolti, superati oppure invece sono ancora reali e rimasti insoluti, aggravati semmai dal Covid 19 e dalla sua potenza di spazzare via gli ordini del giorno e gli impegni dalle nostre agende istituzionali e personali?

Ecco il post: mi scuso già per l'estrema sintesi e semplificazione di allora.


"Mi sono presa il tempo di ascoltare con attenzione il ‘colloquio’ Conte- Landini di domenica scorsa alle Giornate del Lavoro della Cgil. Ero curiosa, perché nella mia organizzazione l’entusiasmo per il nuovo Governo è palese, anche se non ne ho ben capito il motivo: cioè, capisco l’euforia di aver superato il pericolo Salvini, che però si è auto escluso per eccesso di arroganza, non certo perché è stato sconfitto, ma per il resto non posso essere convinta dalle promesse/ richieste di discontinuità allo stesso Presidente del Consiglio dei ‘decreti sicurezza’ o anche del ‘decreto dignità’...
Ecco perché ho ascoltato bene e se dovessi riassumere in modo sarcastico direi: Giuseppi Conte, uno di noi! 😬🤣
Senza riassumere troppo invece, convenevoli, onori di casa e giusta accoglienza a parte (concordo che non si possa invitare il Presidente del Consiglio per insultarlo), mi hanno piuttosto stupita i contenuti emersi dai due colloquianti.
Le parole chiave ricorrenti in risposta a domande un po’ troppo "pettinate" per venire formulate dalla platea di lavoratori e lavoratrici vertevano per lo più sui concetti di ‘fare insieme’, ‘fare sistema’, ‘patto tra attori coinvolti’, ‘sistema Italia’, ‘sistema partecipativo’...

Semplificando molto ho notato che:
  • non sono stati mai citati i ‘decreti sicurezza’ (!) e i ‘decreti dignità’ o le politiche del lavoro, magari rispetto al dramma dei lavoratori precari, ma solo il tema previdenziale (quota 100) e assistenziale (reddito di cittadinanza);
  • le questioni salariali sono state legate ai contratti collettivi e alla misura della rappresentanza erga omnes, ma non alla ‘dialettica’ lavoratori/ aziende;
  •  la riduzione dell’orario di lavoro è stata citata a fine chiacchierata una sola volta;
  • la legge Fornero è stata citata anch’essa una volta sola per la necessità di revisione (Landini), mentre per Conte sono da confermare ‘opzione donna’, il Fondo Nazionale per i Giovani e le carriere discontinue e la gestione separata e ‘quota 100’ non è altro che un modo di salvaguardare chi è stato fregato dalla Fornero come gli esodati.
Lievissima critica traspare rispetto allo ‘sblocca cantieri’ connesso al tema della legalità e del rischio di infiltrazioni mafiose e all’autonomia differenziata rispetto ai dettati costituzionali di uguaglianza dei cittadini, mentre grande armonia e accordo ho notato nella lunga parte di chiacchierata su riduzione del cuneo fiscale, lotta all’evasione e condoni, che però si è svolta senza mai senza citare la flat tax.
Altri argomenti tabù le politiche industriali e le grandi opere, mentre sono state citate alcune crisi aziendali come Manital e Mercatone.
Su ambiente e movimento Fridays for Future inquietante secondo me la dichiarazione di Conte per cui il movimento non può stare in strada, ma deve entrare nei palazzi, per poi omettere però di citare Ilva o Fca rispetto alla mobilità sostenibile.
Infine su salute e sicurezza annunciato pomposamente il confronto tra parti sociali e Ministeri del Lavoro e della Salute per mettere freno all’emergenza morti sul lavoro, ma anche qui assenti le responsabilità dei datori di lavoro e la conflittualità nelle aziende anche su questo punto.

Ora, io capisco che non si possono maltrattare gli ospiti, ma il diritto di critica dov’è finito? Come si fa ad alimentare questo clima di fiducia nel dialogo con un Governo ‘nuovo’ fatto di persone e opinioni note e vecchie?
E perché il conflitto è sparito dall’agenda del mio sindacato a priori, senza nemmeno aver iniziato il confronto, ma al solo segnale che il confronto- unitario- ci sarà?

L’intero video è pervaso dalla convinzione ottimistica che finalmente tutto verrà risolto dal buon senso e dal lavoro insieme: è una mia impressione?

Sono molto preoccupata perché Conte non è uno di noi!"


domenica 11 novembre 2018

Congresso Cgil: a che punto siamo?

Come ho scritto in post precedenti, l'estate e l'autunno 2018 sono stati impegnati dal XVIII Congresso della Cgil. Dopo la consultazione degli iscritti nei posti di lavoro, sono già terminate le istanze superiori, provinciali e regionali di categoria e il confederale di Torino. Mancano ancora il congresso nazionale della Filcams a fine mese di novembre e poi a gennaio la tappa finale della Cgil nazionale.
In prima persona ho avuto l'onore di partecipare in modo attivo a tutte la fasi, prima presentando il documento alternativo Riconquistiamo Tutto in 415 assemblee dal 16 luglio al 5 ottobre insieme a tanti altri delegate e delegati sindacali della Filcams in azienda come me (una vera impresa, contando che il documento di maggioranza viene appoggiato ed è stato presentato dai funzionari che a tempo pieno si dedicano all'attività sindacale un po' in tutta Italia), poi intervenendo ai congressi provinciali e regionali.

Sono stata eletta in vari direttivi e continuerò a portare il mio contributo, in Cgil come in azienda: vogliamo il contratto collettivo, ormai scaduto e quasi dimenticato da tutti, senza confidare negli accordi interconfederali che hanno solo introdotto deroghe mai viste nei nostri settori (ne riparlerò per bene, in altro post...); vogliamo riconquistare i diritti persi (l'articolo 18 per i nuovi assunti, ma anche il diritto al festivo, visto che ancora per chi è part time e flessibile avere una festività retribuita è un miraggio anche da Decathlon!); vogliamo condizioni di lavoro sicure e non raffazzonate; vogliamo orari di lavoro decenti e vogliamo smettere di sperare nel politico di turno che promette interventi legislativi ad hoc come per le domeniche lavorative; vogliamo autonomia e protagonismo nei posti di lavoro per tornare a chiedere livelli adeguati e chiarezza sulle mansioni.

Vogliamo anche chiaramente che la nostra Cgil combatta questo Governo becero, maschilista e razzista con una stagione nuova di mobilitazione senza timidezza.


Il mio intervento al congresso della Filcams Piemonte del 25 ottobre e quello al congresso della Cgil di Torino del 30 ottobre.

giovedì 11 ottobre 2018

Giustizia per Maura Verra


Venerdì 21 settembre 2018 la nostra Compagna e rappresentante sindacale Maura Verra è stata allontanata dal suo posto di lavoro, l’hotel Golden Palace di Torino in mano al gruppo Allegroitalia, dopo oltre 10 anni di esperienza come impiegata addetta all’economato.

Motivazione: licenziamento senza preavviso con soppressione della mansione con effetto immediato, un pretesto becero e ingiustificato che nasconde un licenziamento discriminatorio. Maura infatti è una lavoratrice impegnata e attiva da sempre nella tutela dei diritti propri e dei suoi trenta colleghi e dal fallimento dell’allora gestore del Golden Palace nel 2012 lo è stata sempre di più, fino a diventare rappresentante sindacale per la Filcams Cgil.
Il suo ruolo attento e presente negli anni delle terziarizzazioni sfrenate e degli appalti al ribasso ai danni dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, anche nella filiera del lusso ormai low cost, l’hanno portata a essere scomoda fino al punto da commissionare il suo licenziamento, attacco ancora più grave e pretestuoso perché l’hotel non versa in stato di crisi e la mansione di Maura continuerà ad esistere, ma Allegroitalia vuole decidere de imperio a chi e come assegnarla. Pretendere il pagamento degli stipendi rimasti indietro e del TFR dei gestori fuoriusciti o l’applicazione del contratto collettivo di settore sembrano diventate le sue colpe.

Da sempre i delegati sindacali in azienda sono presidi di giustizia e tutela e testimoni dei valori del lavoro e della legalità: per questo si è consumata l’ennesima ingiustizia contro una lavoratrice, tra le stanze dorate di un hotel del centro di Torino, facciata luccicante di eventi e divertimento.

In questo blog ho già parlato almeno di altri due delegati sindacali della Cgil a cui è toccata la stessa sorte di Maura, Alex Villarboito e Augustin Breda, colpiti dalle loro aziende per il potere di aggregazione, rivendicazione e redistribuzione che sono in grado di esprimere nei rispettivi posti di lavoro: entrambe le storie sono finite bene, col reintegro dal licenziamento.
Per questo credo che l’intera Cgil debba mobilitarsi senza aspettare oltre contro il licenziamento di Maura e in difesa di tutte le delegate e i delegati e si impegni in una campagna di informazione capillare che sveli il vero volto del turismo ‘mordi e fuggi’ torinese, così come dell'intera filiera "produttiva" del mondo alberghiero: sapete cosa succede quando prenotate una stanza su un portale on line? Chi paga gli sconti che otteniamo dalle applicazioni con cui organizziamo le nostre vacanze? Sapete che anche nelle grandi catene alberghiere ormai i dipendenti diretti sono pochissimi e ci sono decine di aziende cui è stato scaricato il costo fisso del personale, come fosse un accessorio inutile?
Le terziarizzazioni prevedono la cessione in appalto di attività necessarie in un hotel, come la pulizia delle camere: un modello organizzativo che è riuscito a flessibilizzare il lavoro e asservirlo al mercato giornaliero della vendita delle camere stesse.

Per raccontare la storia di Maura non bastano gli slogan, serve impegno e convinzione e bisogna tornare a lottare.

lunedì 13 agosto 2018

XVIII Congresso Cgil: pausa estiva!

Come ho accennato in un post di qualche settimana fa, sono partite le assemblee sindacali in tutti i luoghi di lavoro per consultare le iscritte e gli iscritti della Cgil sul programma dei prossimi 4 anni: è il Congresso, baby!

A Torino per la nostra categoria le assemblee sono iniziate solo il 16 luglio e proseguite fino al 1 agosto, con una trentina di posti di lavoro finora consultati e parecchio ritardo nell'avvio della macchina congressuale. Insieme ad altre delegate e delegati come me sono stata impegnata a presentare in queste prime assemblee il documento Riconquistiamo Tutto, dell'area Sindacato è un'altra cosa, "volgarmente" detto il documento 2, che si pone lo scopo di proporre un deciso cambiamento rispetto alla linea seguita dalla Cgil nei 4 anni passati, soprattutto per un semplice motivo: la situazione per le lavoratrici e i lavoratori è peggiorata sempre di più, sia per quanto riguarda la protezione del salario e del potere d'acquisto (siamo più poveri, insomma), sia per la scomparsa di diritti base (siamo meno tutelati) dal Jobs Act in poi, quindi l'idea della continuità con quanto fatto finora non ha alcun senso, a meno che non ci vogliamo condannare da soli a rassegnazione e inefficacia.
Io non ne ho nessuna voglia, voi?

Fino al 20 agosto la consultazione è ferma per la pausa estiva, ma riprenderà per tutto il mese di settembre e fino al 5 ottobre in tutti i luoghi di lavoro.
Se ancora non avete avuto notizie dell'assemblea sindacale da voi e vi ho almeno incuriosito, fatemi un fischio, oppure chiedete subito al vostro delegato in azienda.

Ma adesso andiamo ai contenuti: nel post che ho già citato avevo iniziato a declinare in chiave "decathloniana" le 10 parole chiave del documento 2, continuo oggi con altre tre.

#orario
La flessibilità e il part time sono i nostri grandi problemi: si lavora poco (30 ore a settimana sono una chimera) e con esasperata variazione di orari giorno dopo giorno, domenica dopo domenica. Bisogna aprire una vertenza nazionale sugli orari di lavoro: non si lavora per divertimento o per riempitivo e nemmeno per sport, come teorizzavano i guru di Foodora...

#dignità
Riconquistare la tutela piena e universale dell'articolo 18 è una assoluta priorità: per i nuovi assunti a tutele crescenti, ma anche contro i licenziamenti per pseudo motivi economici. La raccolta firme per referendum e legge di iniziativa popolare della Cgil non ha funzionato, dobbiamo tornare a rivendicare la libertà dai ricatti e dalla discriminazione: sostituirsi alla politica o confidare nel nuovo Decreto Dignità (...) non vanno bene.

#salute&sicurezza&ambiente
Di lavoro si muore ogni giorno, sempre di più e quasi sempre per inadempienze da parte delle aziende, che cercano di recuperare produttività tagliando i costi della sicurezza: ecco perché sono omicidi sul lavoro!
Si deve tornare a protestare e pretendere sicurezza. E ve lo dico come primo RLS di nomina sindacale che la nostra azienda abbia mai avuto: si può e si deve fare!

Per questi e altri motivi al Congresso della Cgil, vota il documento 2!

#riconquistiamoTutto

martedì 7 agosto 2018

Solidarietà a Paolo Brini

I giorni scorsi ho saputo che un Compagno della Fiom Cgil di Modena, Paolo Brini, è stato indagato per manifestazione non autorizzata e occupazione di un cinema abbandonato di proprietà ecclesiastica nella sua città, il tutto risalente allo scorso dicembre.

Francamente in un periodo storico in cui le aggressioni per motivi razziali, discriminatori o comunque futili (avete presente il lancio delle uova di Moncalieri e la boutade di pessimo gusto della giunta regionale ligure?) sono in crescendo continuo, oltre al clima di tolleranza e legittimazione da parte del Ministro degli Interni in primis verso atteggiamenti fascisti e xenofobi, non credo che un corteo non autorizzato di varie associazioni cittadine come quello possa essere un problema di serio ordine pubblico. I sindacalisti hanno sempre usato le occupazioni più o meno simboliche come strumento di lotta e presidi e sit in stessi non sono altro che occupazione di suolo pubblico.

Sono abituata a vivere in una città in cui l'occupazione di strutture inutilizzate dai proprietari per restituirle alla comunità cittadina è da sempre stata vista come una disobbedienza civile e ben accettata anche dalla Magistratura: ricordate via Asti? Ecco, voglio pensare che lo stesso atteggiamento guiderà il Tribunale modenese.

Per fortuna i "reati" di opinione da sempre in Cgil (come recita il nostro Statuto) sono esclusi da ogni tipo di reprimenda interna per i dirigenti e i militanti: del resto è una tutela a garanzia della libertà di rappresentanza e di azione. Forse va ricordato anche dalle parti di Modena...

Solidarietà al Compagno Brini!