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martedì 24 novembre 2020

Prima di...

Tra le bozze di post del blog, dimenticato per oltre un anno, oggi ho trovato alcune mie considerazioni sintetiche sull'incontro tra Conte e Landini alle "Giornate del Lavoro" 2019.

Ho deciso di pubblicarlo comunque, perché ha il sapore del "prima di"...

Avete presente cosa intendo?

Lo scorso autunno, dopo la crisi di governo che portò alla nuova maggioranza M5S- PD e pose fine alla disastrosa alleanza M5S- Lega, gli argomenti di discussione nel mondo politico e sindacale erano proprio diversi da oggi.
Oggi abbiamo conosciuto la pandemia, la crisi economica che i fenomeni globali causano, l'impotenza davanti alla diffusione di malattie che non ricordavamo assolutamente e alcuni dei pensieri che facevamo sono irrimediabilmente cambiati, però, a pensarci bene...

Cosa ne è stato degli argomenti di allora? Sono risolti, superati oppure invece sono ancora reali e rimasti insoluti, aggravati semmai dal Covid 19 e dalla sua potenza di spazzare via gli ordini del giorno e gli impegni dalle nostre agende istituzionali e personali?

Ecco il post: mi scuso già per l'estrema sintesi e semplificazione di allora.


"Mi sono presa il tempo di ascoltare con attenzione il ‘colloquio’ Conte- Landini di domenica scorsa alle Giornate del Lavoro della Cgil. Ero curiosa, perché nella mia organizzazione l’entusiasmo per il nuovo Governo è palese, anche se non ne ho ben capito il motivo: cioè, capisco l’euforia di aver superato il pericolo Salvini, che però si è auto escluso per eccesso di arroganza, non certo perché è stato sconfitto, ma per il resto non posso essere convinta dalle promesse/ richieste di discontinuità allo stesso Presidente del Consiglio dei ‘decreti sicurezza’ o anche del ‘decreto dignità’...
Ecco perché ho ascoltato bene e se dovessi riassumere in modo sarcastico direi: Giuseppi Conte, uno di noi! 😬🤣
Senza riassumere troppo invece, convenevoli, onori di casa e giusta accoglienza a parte (concordo che non si possa invitare il Presidente del Consiglio per insultarlo), mi hanno piuttosto stupita i contenuti emersi dai due colloquianti.
Le parole chiave ricorrenti in risposta a domande un po’ troppo "pettinate" per venire formulate dalla platea di lavoratori e lavoratrici vertevano per lo più sui concetti di ‘fare insieme’, ‘fare sistema’, ‘patto tra attori coinvolti’, ‘sistema Italia’, ‘sistema partecipativo’...

Semplificando molto ho notato che:
  • non sono stati mai citati i ‘decreti sicurezza’ (!) e i ‘decreti dignità’ o le politiche del lavoro, magari rispetto al dramma dei lavoratori precari, ma solo il tema previdenziale (quota 100) e assistenziale (reddito di cittadinanza);
  • le questioni salariali sono state legate ai contratti collettivi e alla misura della rappresentanza erga omnes, ma non alla ‘dialettica’ lavoratori/ aziende;
  •  la riduzione dell’orario di lavoro è stata citata a fine chiacchierata una sola volta;
  • la legge Fornero è stata citata anch’essa una volta sola per la necessità di revisione (Landini), mentre per Conte sono da confermare ‘opzione donna’, il Fondo Nazionale per i Giovani e le carriere discontinue e la gestione separata e ‘quota 100’ non è altro che un modo di salvaguardare chi è stato fregato dalla Fornero come gli esodati.
Lievissima critica traspare rispetto allo ‘sblocca cantieri’ connesso al tema della legalità e del rischio di infiltrazioni mafiose e all’autonomia differenziata rispetto ai dettati costituzionali di uguaglianza dei cittadini, mentre grande armonia e accordo ho notato nella lunga parte di chiacchierata su riduzione del cuneo fiscale, lotta all’evasione e condoni, che però si è svolta senza mai senza citare la flat tax.
Altri argomenti tabù le politiche industriali e le grandi opere, mentre sono state citate alcune crisi aziendali come Manital e Mercatone.
Su ambiente e movimento Fridays for Future inquietante secondo me la dichiarazione di Conte per cui il movimento non può stare in strada, ma deve entrare nei palazzi, per poi omettere però di citare Ilva o Fca rispetto alla mobilità sostenibile.
Infine su salute e sicurezza annunciato pomposamente il confronto tra parti sociali e Ministeri del Lavoro e della Salute per mettere freno all’emergenza morti sul lavoro, ma anche qui assenti le responsabilità dei datori di lavoro e la conflittualità nelle aziende anche su questo punto.

Ora, io capisco che non si possono maltrattare gli ospiti, ma il diritto di critica dov’è finito? Come si fa ad alimentare questo clima di fiducia nel dialogo con un Governo ‘nuovo’ fatto di persone e opinioni note e vecchie?
E perché il conflitto è sparito dall’agenda del mio sindacato a priori, senza nemmeno aver iniziato il confronto, ma al solo segnale che il confronto- unitario- ci sarà?

L’intero video è pervaso dalla convinzione ottimistica che finalmente tutto verrà risolto dal buon senso e dal lavoro insieme: è una mia impressione?

Sono molto preoccupata perché Conte non è uno di noi!"


mercoledì 9 maggio 2018

Solidarietà ad Alex

Due giorni fa ho scritto un post sulla notizia del reintegro di un RSU della Fiom licenziato ingiustamente per colpire la sua attività sindacale in azienda, ma nella nostra regione la storia si è di nuovo ripetuta: alla Sacal di Carisio (Vercelli) un delegato sindacale e RLS, Alex Villarboito, è stato licenziato con motivi pretestuosi.
Oggi primo giorno di sciopero, a una settimana dal suo allontanamento, per chiedere l'annullamento del licenziamento e il suo rientro in azienda.
Nel frattempo sta girando una petizione di alcuni compagni della Cgil Toscana  con la medesima richiesta, vi copio il testo qui di seguito e le istruzioni.

Perché nel Paese in cui si continua a morire di lavoro senza sosta, occuparsi di sicurezza in azienda per qualcuno è un problema? Siamo consapevoli della grave responsabilità delle aziende su questo tema?
Sono stata RLS dal 2010 e nella mia esperienza come funzionaria sindacale ho avuto la delega su salute e sicurezza alla Filcams di Torino, so benissimo che è centrale nella contrattazione introdurre idonee misure di tutela della salute, ma che da sempre sono mal sopportate dalle logiche aziendali: continuare a premere con serietà è il minimo richiesto ai RLS, nella difficoltà quotidiana che si incontra.
Il sindacato deve denunciare con convinzione che la sicurezza non è un ostacolo che si frappone a produttività e profitto: prima le persone, sempre. Prima i diritti!

Forza Alex, continua a lottare, noi ci siamo!



'PETIZIONE PER IL REINTEGRO DELL'RLS ALEX VILLARBOITO

Spett.le azienda Sacal Alluminio di Carisio,

Vi chiediamo il reintegro, dell'operaio, nonché Rls, Alex Villarboito. Questo e' un attacco a tutti gli Rls. Se un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non può più' permettersi di raccontare ai quotidiani del gravissimo infortunio sul lavoro accaduto nella vostra azienda, dove Alex lavorava fino a pochi giorni fa (Il 2 Maggio e' stato licenziato), significa che siamo messi davvero male. Questo vostro licenziamento ci porta a fare delle riflessioni.
Quando persino un rappresentante dei lavoratori alla sicurezza sul lavoro viene licenziato( e non responsabile dei lavoratori per la sicurezza, come e' stato scritto erroneamente da più' quotidiani) per aver denunciato la scarsa sicurezza sul lavoro della sua azienda, significa che le tutele non ci sono più'.Poi non stupiamoci che ci sono sempre più morti sul lavoro.Chi ha voluto il jobs act, voleva un lavoro sempre più flessibile. Col jobs act nella sostanza è venuto meno il principio di tutele previste dal d.lgs 81/08, nella sostanza un Rls che denuncia o fa una vertenza per la sicurezza può essere sempre licenziato senza giusta causa e questo va contro i principi di garanzia previsti dalla norma e denatura una figura che insieme ad altre dovrebbe essere garante della sicurezza dei lavoratori.
Questi sono i risultati.

Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze.

PS. Chi vuole aderire all'appello, inviare una mail a marco.bazzoni01@libero.it indicando nominativo, azienda, qualifica e città.'