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mercoledì 9 maggio 2018

Solidarietà ad Alex

Due giorni fa ho scritto un post sulla notizia del reintegro di un RSU della Fiom licenziato ingiustamente per colpire la sua attività sindacale in azienda, ma nella nostra regione la storia si è di nuovo ripetuta: alla Sacal di Carisio (Vercelli) un delegato sindacale e RLS, Alex Villarboito, è stato licenziato con motivi pretestuosi.
Oggi primo giorno di sciopero, a una settimana dal suo allontanamento, per chiedere l'annullamento del licenziamento e il suo rientro in azienda.
Nel frattempo sta girando una petizione di alcuni compagni della Cgil Toscana  con la medesima richiesta, vi copio il testo qui di seguito e le istruzioni.

Perché nel Paese in cui si continua a morire di lavoro senza sosta, occuparsi di sicurezza in azienda per qualcuno è un problema? Siamo consapevoli della grave responsabilità delle aziende su questo tema?
Sono stata RLS dal 2010 e nella mia esperienza come funzionaria sindacale ho avuto la delega su salute e sicurezza alla Filcams di Torino, so benissimo che è centrale nella contrattazione introdurre idonee misure di tutela della salute, ma che da sempre sono mal sopportate dalle logiche aziendali: continuare a premere con serietà è il minimo richiesto ai RLS, nella difficoltà quotidiana che si incontra.
Il sindacato deve denunciare con convinzione che la sicurezza non è un ostacolo che si frappone a produttività e profitto: prima le persone, sempre. Prima i diritti!

Forza Alex, continua a lottare, noi ci siamo!



'PETIZIONE PER IL REINTEGRO DELL'RLS ALEX VILLARBOITO

Spett.le azienda Sacal Alluminio di Carisio,

Vi chiediamo il reintegro, dell'operaio, nonché Rls, Alex Villarboito. Questo e' un attacco a tutti gli Rls. Se un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza non può più' permettersi di raccontare ai quotidiani del gravissimo infortunio sul lavoro accaduto nella vostra azienda, dove Alex lavorava fino a pochi giorni fa (Il 2 Maggio e' stato licenziato), significa che siamo messi davvero male. Questo vostro licenziamento ci porta a fare delle riflessioni.
Quando persino un rappresentante dei lavoratori alla sicurezza sul lavoro viene licenziato( e non responsabile dei lavoratori per la sicurezza, come e' stato scritto erroneamente da più' quotidiani) per aver denunciato la scarsa sicurezza sul lavoro della sua azienda, significa che le tutele non ci sono più'.Poi non stupiamoci che ci sono sempre più morti sul lavoro.Chi ha voluto il jobs act, voleva un lavoro sempre più flessibile. Col jobs act nella sostanza è venuto meno il principio di tutele previste dal d.lgs 81/08, nella sostanza un Rls che denuncia o fa una vertenza per la sicurezza può essere sempre licenziato senza giusta causa e questo va contro i principi di garanzia previsti dalla norma e denatura una figura che insieme ad altre dovrebbe essere garante della sicurezza dei lavoratori.
Questi sono i risultati.

Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze.

PS. Chi vuole aderire all'appello, inviare una mail a marco.bazzoni01@libero.it indicando nominativo, azienda, qualifica e città.'

lunedì 7 maggio 2018

Una buona notizia ogni tanto...

Siamo tutti tristemente abituati alle cattive notizie ormai, soprattutto rispetto ai diritti nei posti di lavoro e soprattutto dopo il Jobs Act.


Di pochi mesi fa, per esempio, è il licenziamento di una lavoratrice di Ikea, Marika, che per oggettive difficoltà a conciliare orari di lavoro impossibili e necessità familiari importanti (madre singola con due bambini di cui uno disabile) si era assentata secondo l'azienda senza motivo (!): in primo grado purtroppo nessuna giustizia per lei...


Da Pordenone invece arrivano notizie confortanti: il 4 maggio scorso è stato stabilito il reintegro pieno di un RSU della Fiom alla Electrolux, Augustin Breda, licenziato perché secondo l'azienda mentre era in permesso 104 non stava assistendo davvero il familiare per cui godeva di quei permessi previsti dalla legge, dopo avergli messo un investigatore privato a seguirlo.
La sentenza dispone il pieno reintegro e il riconoscimento del danno (cioè il pagamento di tutti gli stipendi mensili dal licenziamento in poi), ma stabilisce anche che la 104 non è un diritto a disposizione delle aziende e che certi mezzucci contro i delegati sindacali scomodi non pagano.



Auguri al compagno Breda per il suo giusto rientro in azienda: siamo tutti con te!