Mercoledì 12 dicembre ho partecipato a Parigi a uno dei workshop del progetto
MUMMIA: un acronimo che sta per
Multisectoral Multinationals Managing Information & Consultation Agreements.
Enhancing trade union capacity building for adapting to dynamic and cross border transnational companies.
Il progetto è stato presentato dalla
Filcams nazionale e finanziato dalla commissione europea. Ha per oggetto l'analisi dei
Comitati Aziendali Europei (CAE) nelle aziende multinazionali e multisettoriali europee, della quantità di CAE istituiti dalla prima direttiva europea che li introduceva fino ad oggi e dei motivi della mancata istallazione di un comitato europeo di fronte a un "pubblico" molto vasto di aziende che potrebbero essere coinvolte.
Lo scopo è individuare i
motivi per cui i CAE sono ancora così poco diffusi (1200 in tutto nell'area dei 27 paesi UE, di cui 900 attivi con incontri e verbali regolari), riuscire a dare la giusta importanza ai CAE come strumento sovranazionale a disposizione del sindacato, ma anche rivitalizzare il movimento sindacale nei confronti dei CAE in direzione di una
rete di sindacati europei.
Le cause che possono ostacolare l'istallazione dei CAE sono, da una parte,
motivi oggettivi quali la crisi economica (che ha rallentato le iniziative di costituzione da parte aziendale, ma anche sindacale per ovvie emergenze), l'organizzazione complessa dei gruppi aziendali e soprattutto la multisettorialità (cioè la complessità dei contratti e delle lavorazioni svolte dallo stesso gruppo in ambiti diversi come produzione, commercio, distribuzione, etc), quest'ultima individuata come uno dei motivi principali per cui le interazioni e le sinergie sindacali diventano più difficili; dall'altra cause relative ai
soggetti in causa, come le aziende e i loro atteggiamenti nei confronti della partecipazione dei lavoratori, ma anche una certa staticità dei sindacati (mummia non a caso!).
A fianco sono state poi illustrate le prossime strategie e le iniziative prioritarie di
ETUC (la confederazione europea dei sindacati) per il prossimo anno: formazione,
l'implementazione dei CAE, creazione di strumenti ad hoc per le aziende multinazionali e multisettoriali, quali intese e coordinamenti europei tra sindacati e categorie diverse.
La parola chiave è "alleanza sindacale": i CAE sono mezzi che catalizzano le alleanze tra sindacati e possono fornire informazioni sui cambiamenti, in modo da anticipare strategie mirate ad affrontarlo.
Sono anche intervenuta io su
Decathlon Italia, una delle aziende indagate come multinazionali e multisettoriali (in quanto la nostra azienda progetta, produce, distribuisce e vende prodotti in tutti i paesi europei), come esempio di azienda che non dispone di un CAE per motivi di
atteggiamento aziendale non incline alla partecipazione dei lavoratori.
Per contro l'esempio di
Danone (100.000 dipendenti, 120 stabilimenti in 90 paesi del mondo) presentato subito dopo è l'opposto esatto: il dialogo sociale come valore aggiunto della politica aziendale! La discussione tra i partecipanti, tra cui delegati francesi di Autogrill, Danone e altre aziende multinazionali, è stata partecipata e interessante e ha fornito suggerimenti e spunti di lavoro a tutti.
Ma soprattutto, ho ottenuto i primi contatti di
delegati spagnoli e francesi di Decathlon con lo scopo di realizzare un grande progetto: il CAE per Decathlon!
Per sapere tutto di CAE (o CEE in francese e EWC in inglese)date un occhio al sito di
ETUI, l'organizzazione sindacale europea che si occupa di formazione e ricerca. "Viva l'internazionale": proprio il caso di dirlo...